CITTADINANZA ONORARIA A BRUNO VENTURINI

Nella Sala Giunta del Comune di Napoli, alla presenza del Sindaco, Luigi De Magistris e dell’Assessore alla Cultura ed al Turismo, Gaetano Daniele, é stata conferita la Cittadinanza Onoraria al grande tenore , Bruno VENTURINI.

Sia il Sindaco De Magistris che l’Assessore Daniele, hanno messo in risalto lla formidabile carriera del tenore, i suoi successi planetarie, ed i suoi concerti in tutto il globo ed slls predenza di tutti i Capi di Stato .

Bruno Venturini, pseudonimo di Bonaventura Esposito (Nato a Pagani, 1º dicembre 1945), è un cantante italiano.

L’artista durante tutta la sua carriera, ha avuto più volte l’occasione di effettuare concerti in tutto il mondo. La sua opera discografica più conosciuta è l’Antologia della Canzone napoletana.

Bruno Venturini nasce a Pagani, centro industriale della provincia di Salerno. Il padre Raffaele era napoletano, commerciante di tessuti. La madre Vittoria Fusco era originaria diAngri.

A dieci anni nel 1955 si trasferisce a Roma, in seguito ad una grave malattia, la cirrosi epatica che improvvisamente colpisce il padre.

Durante il periodo delle scuole elementari viene scelto per una breve esperienza nel coro deLa Radio per le scuole, un programma radiofonico che, nei primi anni cinquanta è presentato da Nunzio Filogamo.

Per sostenere parte delle spese ospedaliere del genitore, nel 1957 il fratello maggiore Peppino comincia a girare per i mercatini della capitale come venditore ambulante di maglieria e lui lo accompagna cantando per attirare i passanti. In una di queste occasioni, aPorta Portese, viene ascoltato per caso dal tenore Mario Lanza che con Marisa Allasio gira per strada alcune scene del filmArrivederci Roma e viene da quest’ultimo incoraggiato a studiare e a perfezionarsi nel canto, dopo aver ricevuto in dono dieci dollari autografati.

Questo incoraggiamento giunto in modo del tutto casuale gli dona molta speranza, ma il dolore è grande quando il mese successivo arriva la morte del padre. Si trasferisce così a Pagani con la madre e i fratelli, consegue la licenza media proseguendo gli studi presso l’istituto di ragioneria. In questi anni durante uno degli spettacoli di beneficenza a cui spesso prende parte tra gli altri giovani figuranti, presso i piccoli teatri e auditorium sparsi in città conosce una ex cantante lirica che entusiasmata dalle sue potenzialità si impegna a farlo studiare canto al liceo musicale. La prova d’ingresso dura poche battute di Torna a Surriento. Il maestro Alfredo Giorleo dopo averlo sentito cantare fissa subito le ore di lezione gratis e si offre di pagare il metodo Bona di solfeggio.

Il debutto:

Il debutto avviene a Napoli la sera del 15 agosto 1959 alla festa di Porta Capuana.[6] Il signor Visconti un commerciante collega del fratello maggiore, propone a Bruno di partecipare alla manifestazione canora intitolata Porta Capuana ‘n festa (Porta Capuana in festa) di cui Raffaele Russo è il promotore.[7] Sono presenti grandi nomi ma c’è anche una piccola sezione dedicata agli esordienti. La scenografia rappresenta una spiaggia napoletana con il tipico paesaggio marino, l’orchestra di Radio Napoli è diretta da Luigi Vinci e a condurre la serata c’è Corrado.[6] Il giovane Venturini guarda a bocca aperta tutti i grandi artisti che gli fanno compagnia dietro al palco. Così dopo l’esibizione di Gino Latilla che spopola con l’interpretazione di Tchumbala bey, il presentatore da dietro la quinta chiede al prossimo cantante di farsi avanti ma tutti si dimostrano titubanti. È controproducente confrontarsi con un tale successo. Ma un ragazzino di quasi quattordici anni proprio non ci pensa a certe cose, così ingenuamente è proprio lui a proporsi dopo Latilla. I brani che canta sono tre e tutti in napoletano: Passiggiatella di Nisa e Rendine, Serenatella ‘e Maggio di De Crescenzo e Oliviero, L’urdemo raggio ‘e luna di Fiore e Vian. Al termine dell’esibizione, a sorpresa il pubblico è a dir poco entusiasta.[8] Così appena terminata l’esibizione gli si avvicina Lello Esposito, direttore e comproprietario insieme ai fratelli di una delle più note case discografiche napoletane di allora, la Phonotype Record, che complimentandosi lo invita a presentarsi per un’audizione

Alberto Alovisi