Un piccolo mistero della vecchia Resina- Ercolano dal 1969.

Nei primi anni del 1600, in un sito di Resina, al vicolo mare, a seguito di alcuni scavi nel cortile di tale Decio Spinetta, furono rinvenute quattro statue di grandi dimensioni. Esse furono collocate nell’attuale piazza Fontana su delle arcate con vari motivi architettonici di abbellimento, tra cui 2 leoni in marmo: tutto ciò a spese dei cittadini. Nel 1707, a seguito dell’occupazione del Regno di Napoli da parte degli austriaci, un generale di cavalleria, Emmanuel Maurice duca d’Elbeuf e principe di Lorena, decise di costruire una villa nella zona del Granatello a Portici. Ad un certo punto della costruzione serviva del marmo, specialmente in polvere, per la preparazione di stucchi. Venuto a conoscenza dell’esistenza di marmo in zona, il principe avviò una piccola campagna di scavi, durante la quale furono rinvenute due statue acefale. Una mattina, a piazza Fontana, i resinesi ebbero la sgradita sorpresa di trovare due delle quattro statue private delle teste. Nacque, così, la leggenda dei”Colli mozzati”.Voce di popolo volle che, su mandato del principe e la complicità di qualche resinese, esse furono asportate e, successivamente, montate sulle due statue di “sua proprietà”. I resinesi, infuriati per l’affronto, decapitarono le altre due statue e consegnarono le teste al Parroco della Basilica di Pugliano.

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Secondo alcuni, però, le stesse non rimasero a lungo in custodia della Chiesa, ma furono spedite al museo istituito nella Reggia di Portici. In un articolo apparso sulla Rivista Cronache Ercolanesi del 1993 curato da Mario Pagano, che ha condotto uno studio approfondito sulla vicenda, possiamo ricavare delle certezze sull’opera, smontata nel 1791, per far posto ad altra fontana: due teste furono realmente consegnate al Parroco di Santa Maria a Pugliano; una fu spedita e montata nella villa del Miglio d’oro – Palazzo Vallelonga (opera del Vanvitelli); una dispersa. I due leoni furono montati nella Villa comunale, ma, dopo l’evento sismico del 1980, essi sparirono: probabilmente rubati.
L’opera fu sostituita da una fontana costituita da massi di pietra lavica, montati a forma di cono e abbelliti con figure rappresentanti sirene; da una di esse, posta in sommità, scaturiva acqua reperita da un piccolo corso, che scorreva nei pressi. Questa fontana è stata immortalata da Achille Gigante in una incisione. Oggi, nella piazza, sta sorgendo (di prossima inaugurazione), una nuova fontana……………con la speranza che duri nel tempo!