AL TEATRO DIANA SUCCESSO PER IL RITORNO DI MAURIZIO CASAGRANDE

MAURIZIO CASAGRANDE, COLPISCE ANCORA con lo spettacolo “ MOSTRI A PARTE.

Pubblico delle grandi occasioni e tutto esaurito,

Una commedia con contenuti molto attuali, molto divertente tanto da applausi a scena aperta.

La società attuale popolata da ‘nuovi mostri’, contrapposizione negativa dei mostri sacri dello spettacolo ai quali si ispirava da sempre   ‘Franco Gecchi’ ( Maurizio Casagrande ), famosa rockstar di un tempo, ma oggi fuori dalla scena e dalla televisione.

Un confronto di coppia che diventa scontro tra vecchia e nuova realtà del mondo dello spettacolo.

Maurizio Casagrande, gioca sul fatto che da ragazzo aveva come riferimento e, quindi , ammirava, quelli che venivano enfatizzati come “ Mostri Sacri “. Oggi, però i punti di riferimento sono dei “ Mostri “ e nulla più, che come nascono cosi finiscono, sono delle meteore.

Lo spettacolo rappresenta il percorso di un uomo in difficoltà, una vecchia rokstar famosa negli anni ’90, caduta, purtroppo, per l’evolversi del tempo, in disgrazie e con a fianco una bella donna e di età molto più giovane  diventata negli anni molto famosa, una vera star televisiva.

Questo capovolgimento di situazione non fa altro che creare problemi al loro rapporto ormai in conflitto su tutto.

Un spettacolo questo  in cui si ironizza sulla parte peggiore di esso ricco di nuovi mostri che tutto hanno da vedere , tranne che con il mondo del vero spettacolo.

Con Casagrande, in scena, un gruppo di bravi artisti : Fabio Balsamo – Tiziana De Girolamo- Nicola D’Ortona- Marianna Liguori- Giovanna Rei e Claudia Vietri.

Le scene di Sissy Granata ; i costumi di Maria Rosaria Ricci con l’ottima regia di Maurizio Casagrande.

Originale e spettacolare la scenografia ed emozionante il video di inizio con la figura del grande Antonio Casagrande.

Il protagonista, preso da una sorte di follia,vede nei personaggi televisivi alcuni mostri del mondo dello  spettacolo del cinema dell’horror degli anni ’30.

Si replica fino al 10 febbraio 2019.

Alberto Alovisi